50e50… riflessioni

Sabato 13 ottobre ci sarà a Roma la manifestazione nazionale della campagna 50e50 ovunque si decide, promossa dall’Udi che propone in sintesi la democrazia paritaria in ogni ambito decisionale e che sanziona non accettandole le liste che non alternano una donna, un uomo.vedi per maggiori dettagli  www.50e50.org  Da tempo sto pensando a cosa penso di tutto ciò.A pelle sento che è giusto che le donne possano stare dappertutto e che non siano discriminate per il loro essere femmine, però sento anche che non basta, che mi manca qualcosa. Visto che non sento empatia di genere a priori ma necessito di pratiche condivise per sentirmi rappresentata in qualche modo da un’altra.Sto leggendo l’ultimo numero di Via Dogana che si occupa proprio di ciò.Ieri sera ascoltavo Radio onda d’Urto, la trasmissione gestita da Franci dello Sconvegno che aveva come ospiti Adriana Nannicini e un’altra ragazza di nome a Francesca che si è definita  come giovane precaria. Franci (Sconvegno) ha toccato alcune criticità che condivido come il fatto che non basta essere donna per essere innovativa o migliore degli uomini, come dimostrano situazioni lavorative con donne al potere.E che tale proposta rientra nel modello di democrazia rappresentativa che ulteriormente  dopo Genova 2001  ha perso la sua carica nell’essere realmente tale.Nannicini rispondeva che la democrazia parlamentare fa parte della realtà, da lì passano leggi e decisioni che ci toccano. E che la democrazia o è paritaria anche nelle situazioni di movimento o non è. E che la presenza delle donne qualcosa cambia, seppur come diceva la giovane precaria è una questione di quantità e non di qualità, di quantità che va ad intaccare una struttura di predominio maschilista.

Sento che è una cosa che mi riguarda eppure ho diversi dubbi.

pamela

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