notizia indubbiamente triste e scoraggiante.
eppure mi ha dato una punta di cinica soddisfazione…
devo fare una piccola premessa, portando ad esempio il
solito articolo di francesco merlo su repubblica del 15 agosto 2006 (solito per
le acrobate che sanno come ne sono ossessionata!!) sull'omicido di hina salem.
in quell'articolo si parlava degli "atavismi selvaggi e feroci" degli
immigrati che fanno "atti di guerra contro l'occidente" dove regna la
parità di genere. insomma, la tesi che va per la maggiore secondo la quale se
un uomo pakistano uccide la figlia lo fa perchè fa parte della sua cultura, se
un marocchino violenta una donna lo fa perchè fa parte della sua cultura.
ah ah!! ma questa volta si parla di un italiano!
questo ci ricorda il nostro passato non troppo lontano di
emigranti, quando gli "altri" selvaggi e barbari eravamo noi, quando
ancora dovevamo "diventare bianchi". questa volta sono i sardi ad
essere "un'etnia".
ebbene, cosa scrive merlo su repubblica di ieri???
scrive che è scandaloso abbinare la cultura italiana e sarda
ad un gesto di un singolo. dice che il giudice è un ignorante, incompetente e
non so più cos'altro.
ah ah ah
ben gli sta, a lui e a quelli come lui, ricordarsi che la
scure dell'etnia e della cultura può abbattersi anche sui suoi connazionali…
ci sarebbe ancora tanto da dire su questo caso, su quanto sia interessante vedere gli italiani che si scandalizzano di un'enticizzazione che viene fatta sulla loro pelle, su come, per una volta, si trovino dall'altra parte di chi definisce e stigamtizza… e perchè no? anche sull'immagine che degli italiani c'è all'estero? ah ah
altro discorso sarebbe entrare nel merito della decisione del giudice, come fa la dominijanni nell'articolo postato in precedenza. sono d'accordo con quanto lei dice, è una deriva pericolosa, già presa negli stati uniti e in canada. su questo segnalo un libro di seyla benhabib, la rivendicazione dell'identià culturale, il mulino, 2005, che dedica un capitolo proprio a questioni di questo tipo.
mc